E' curioso che Guccini, il cantautore di sinistra per definizione, i suoi concerti di un tempo come comizi, pugni alzati e quant'altro, ci commuova soprattutto per le sue canzoni d'amore che, come succede quasi sempre, riguardano più la fine di una storia che la fase della passione travolgente. Da VEDI CARA ad ESKIMO, passando per INCONTRO e per CANZONE QUASI D'AMORE, ci troviamo di fronte ad una sorta di poema in capitoli, un romanzo d'amore di cui stupisce la qualità delle descrizioni, l'icasticità delle immagini e la profondità delle situazioni che sono non solo evocate, ma dispiegate con un senso narrativo che, non mi risulta, abbia uguali nella canzone italiana, per valore e intelligenza.
All'inizio parlavo della qualità dei versi, intendendo proprio che a colpire non è la storia in sé - peraltro i versi sono pieni di senso, non ti devi mai chiedere: ma cosa avrà voluto dire?, ma proprio la sapienza nella gestione dei meccanismi formali propri della versificazione: i versi non sono solo "giusti" come misura, ma sono "belli", raffinati, nel senso che non ce n'è quasi alcuno in cui non si trovino assonanze e alliterazioni, richiami fonici che spesso risultano in rime interne; le similitudini, quando ci sono, come ci si dovrebbe aspettare da uno che scrive per mestiere, sono originali e brillano per inventiva, senza suonare mai artificiose.
Insomma Guccini è proprio bravo e sono orgoglioso che sia italiano: in Francia gli farebbero, ancora in vita, un monumento in ogni città. Non è il più originale dei musicisti, ma si può dire, per litote, che qualcosa la sa fare. E io, peraltro, l'ho più subito (sorella maggiore) che amato, preferendogli nell'empireo del cantautorato nostrano, De André e De Gregori e, ad altri livelli, Bennato.
Non starò più a cercare/parole che non trovo
per dirti cose vecchie/ con il vestito nuovo
per raccontarti il vuoto/ che, al solito, ho di dentro
e partorire il topo/ vivendo sui ricordi
giocando coi miei giorni ...col tempo
O forse vuoi che dica/che ho i capelli piu' corti
o che “per le mie navi/son quasi chiusi i porti”
io parlo sempre tanto/ma non ho ancora fedi
non voglio menar vanto/ di me o della mia vita
costretta come dita ...dei piedi
Queste cose le sai/ per te siam tutti uguali
e moriamo ogni giorno/ dei medesimi mali
per te siam tutti soli/ ed e' nostro destino
tentare goffi voli d'azione o di parola,
volando come vola ...il tacchino
Non posso farci niente/ e tu puoi fare meno
sono vecchio d'orgoglio/ mi commuove il tuo seno
e di questa parola/ io quasi mi vergogno
ma... c'e' una vita sola/ non ne sprechiamo niente
in tributi alla gente o al sogno
Le sere sono uguali/ ma ogni sera è diversa
e quasi non ti accorgi/ dell'energia dispersa
a ricercare i visi/ che ti han dimenticato
vestendo abiti lisi/ buoni ad ogni evenienza
inseguendo la scienza ...o il peccato
Tutto questo lo sai/ e sai dove comincia
la grazia o il tedio a morte del vivere in provincia
per te siam tutti uguali/ siamo cattivi buoni
e abbiam gli stessi mali/ siamo vigliacchi e fieri
saggi, falsi, sinceri... coglioni
Ma dove te ne andrai?/ ma dove sei già andata?
ti dono, se vorrai, /questa noia già usata
tienila in mia memoria/ ma non e' un capitale,
ti accorgerai da sola/, nemmeno dopo tanto,
che la noia, di un altro... non vale
D'altra parte lo vedi/ scrivo ancora canzoni
e pago la mia casa/ pago le mie illusioni
fingo d'aver capito/ che vivere è incontrarsi
aver sonno, appetito/ far dei figli, mangiare,
bere, leggere, amare... grattarsi
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