Settembre 1977: attratto da una parola che non avevo mai sentito, punk, che campeggiava in copertina, compro il mio primo CIAO 2001. Lo avrei comprato tutte le settimane per i 5 anni successivi. Quasi contemporaneamente alla radio cominciavano a sentirsi canzoni un po' diverse, con un suono più rarefatto; ricordo per esempio Criminal world dei Metro e Sweet Mama fix dei Larry Martin Factory. Una televisione locale, Teleradiocity, trasmetteva tutti i giorni un programma di video musicali (Videoshow) che, a suo modo, aveva anche qualche ambizione. Durava quasi due ore (dalle 17.30 alle 19.30, ora perfetta perché nessuno in casa rompesse le palle!, e poiché la produzione video, in quegli anni, era quasi tutta di provenienza inglese era possibile conoscere e vedere i video delle canzoni che trovavo in classifica in Regno Unito, quasi nello stesso momento. In quel torno di tempo soffrivo di beatlemania ritardata, scatenata dalla visione di Help sul secondo canale RAI, con assunzione quotidiana in dose massicce di Beatles-prodotti, canzoni, ma anche pubblicazioni e il Libro delle canzoni dei Beatles, ma stavano per essere sostituiti da David Bowie come interesse principale: la mia canzone di quel periodo diventò infatti Heroes, che passava molto spesso alla radio e di cui vedevo il video quasi tutti i giorni. Il punk stava finendo e c'era una nuova "parola" che cominciava a circolare, new wave. Era associata in quei primi tempi soprattutto ad artisti come Elvis Costello, di cui non conoscevo nulla, e a Ian Dury, di cui invece si sentivano sia Sex and drugs and rock'n'roll che Wake up and make love with me. New wave definiva all'inizio la produzione successiva e meno arrabbiata di artisti di area punk, inglese e americana (post-punk) ma di lì a poco arrivò ad includere praticamente quasi tutto ciò che confinava in qualche modo con il rock, dal filone elettronico (technopop in Italia, ma synthpop o electropop in Inghilterra) il revival mod, ska e rockabilly e soprattutto il "movimento" new romantic che, pur non particolarmente omogeneo nemmeno questo, ne rappresentò l'area di maggiore esposizione commerciale.
Il punk era stato la rivoluzione, dopo non si trattò di una vera e propria restaurazione, anzi. Si cominciò a definire dinosauri gli artisti che avevano dominato la scena rock nella prima metà degli anni settanta, principalmente nelle aree progressive e hard rock, che vennero rimosse e saltate a pié pari: dagli Yes ai Santana, dai Deep Purple agli Emerson Lake and Palmer. Non c'era un suono specifico, tutt'altro; le affinità erano da trovarsi nell'atteggiamento e nell'approccio centrato sulla costruzione della canzone, riaggacciandosi più direttamente con la tradizione degli anni sessanta, sia rock che pop, ed includendo a questo punto anche gli apporti della musica nera, nelle sue diverse evoluzioni, non ultima quella disco.
Si ricominciò a vedere gente vestita "bene", fin troppo! Il ridicolo era dietro l'angolo e gli sbuffi, i pizzi, trine e merletti dell'equipaggiamento di Adam Ant, Simon Le Bon, Sal Solo e Tony Hadley e compagni stanno a dimostrarlo. Non si risparmiarono nemmeno personaggi quasi insospettabili come Jim Kerr: su youtube mi sono ripassato qualche video da New gold dream o Sparkle in the rain, niente male!
Ma non era solo questione di abbigliamento. Quello che venne posto in essere a cavallo dei decenni aveva a che fare soprattutto con uno stile e con un gusto estetico piuttosto definito, che prevedeva anche la preferenza per luoghi, periodi storici e culture. Fu forse ancora una volta grazie a David Bowie, al suo soggiorno berlinese, che molti artisti inglesi cominciarono prediligere set collocati in ambito mitteleuropeo, vagamente confinanti nel tempo con il finis austriae, con predominanza (nei video musicali relativi) di un bianco e nero ispirato e mutuato dalla produzione cinematografica dell'espressionismo tedesco, ma anche da film come The third man (vedi Vienna degli Ultravox). In questo corto circuito musical-visivo, avevano gran parte oltre al già citato Bowie, anche l'eleganza disinvolta dei Roxy Music e soprattutto l'enorme influenza dei Kraftwerk, dalla cui eccezionale sprezzatura nel doppio reparto dei suoni e in quello visivo, vanno rinvenute gran parte degli elementi caratteristici di tutto il filone synth britannico (da Gary Numan in poi). I video musicali cominciarono ad essere eccezionalmente curati - ho in mente i colori saturi di Ashes to Ashes e i video in bianco e nero degli Ultravox per Rage in Eden, The thin wall e The Voice.
Penso che il sentimento dell'atrabile, la Malinconia la Melan-chòlia dei Greci, abbia trovato la più efficace rappresentazione pop nel set che venne elaborato ed allestito nei primi anni ottanta a favore di ragazzi che vi vedevano i riflessi del proprio personale angst adolescenziale.
Artisti che svilupparono carriere, tuttora in corso, e molto ricche, cominciarono in questo periodo: i Cure e i Depeche Mode, per esempio. Molto stretti i panni della new wave anche per grandi assoluti come Elvis Costello e Talking Heads. Altri ebbero carriere orientate più verso il pop commerciale come gli Spandau Ballet (breve durata) e i Duran Duran (ancora attivi, con relativo picco di moderato successo abbastanza recente).
Tornando a me e a CIAO 2001, la sua lettura e quella di altre riviste, cominciai a sbirciare anche dentro il New Musical Express e il Melody Maker (li scopersi solo perché CIAO 2001 usciva nelle edicole delle due stazioni di Genova, Brignole e Principe, ben 3 giorni prima che nelle altre edicole: il sabato, prima di andare a scuola passavo quindi sempre dalla stazione e lì trovai, come ovvio, e lo era molto di più nel 1978, un sacco di cose che non avevo mai visto nell'edicola dei giornali sotto casa); dalla lettura combinata di varie riviste, dicevo, e anche qualche libro che cominciò a capitarmi tra le mani, cominciai a risolvere i miei problemi relativi alla colpa e al peccato (when I look back upon my life, it's always with a sense of shame, I've always been the one to blame....it's a it's a it's a it's a sin! Beh, non proprio! forse ho esagerato!).
Ad ogni buon conto ciò che scoprii fu che su quei giornali si parlava bene delle canzoncine dei Blondie di Plastic Letters e delle filastrocche sghembe e deliziose di 77 dei Talking Heads e che ricevevano recensioni più favorevoli dei dischi contemporanei dei dinosauri del rock citati sopra. Si apriva una nuova era non dovevo più sentirmi in colpa con il mondo (fratelli maggiori) perché non mi piacevano gli Yes e i Gentle Giant e provavo una noia mortale dopo i primi due secondi di un assolo di chitarra.
Un'altra cosa che appresi che su questi libri e riviste fu che andare in classifica non era un peccato (in Italia, Le Orme in hit parade con Gioco di bimba, scandalo! venduti! e l'anno beatamente trascorso nei primi posti da Rimmel di De Gregori?). Anzi, non solo compresi che andare in classifica era il più grande desiderio di chiunque arrivasse a pubblicare dischi, e che ancora più grande era quello di venderne a palate, ma che massima posizione e permanenza in classifica erano uno degli indicatori principali utilizzati dai giornalisti nelle valutazioni di un'opera.
In particolare, cominciai a provare un'adorazione per le classifiche inglesi, dove si trovava veramente di tutto e per tutti i gusti (a distanza di qualche settimana nei top ten c'erano Patti Smith con Because the night e Raffaella Carrà con Do it do it again!) ma soprattutto ci si trovavano canzoni che non si sarebbero potute trovare in nessuna classifica di vendita di altri Paesi! La cosa che mi sorprese di più fu la velocità del ricambio; abituato ai 6 mesi medi di presenza (e si parla di hit parade, prime otto posizioni) dei singoli di grande successo in Italia, in Inghilterra se guardavi la classifica a distanza di un mese, non era raro non trovarci nemmeno un brano del mese precedente. Per dare un'idea: a Don't stand so close to me dei Police bastarono 10 settimane in classifica (di cui 4 al numero uno) per diventare il singolo più venduto del 1980! Mary's boy child dei Boney M superò il milione di copie nella metà delle 8 settimane complessive nella top 75!
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