Eh sì, signora mia!: da circa una decina di giorni a Genova il clima ricorda quello di Manaus nella stagione delle piogge o quello delle Maldive, quando ci si capita nella stagione sbagliata. Non sono mai stato in nessuna delle due mete citate, ma almeno per quanto riguarda l'Amazzonia posso vantare un passato di voracissimo lettore di Mister No, almeno fino al cinquantesimo numero. Non vi pare abbastanza? Beh, fa lo stesso.
Il punto è che a Genova, in questi giorni, le più codificate, viete e trite formule di saluto sono state sostituite dalla frase in titolo, con a seguire riferimenti al numero di docce giornaliere e via dettagliando a seconda del grado di intimità/umidità.
Niente di nuovo, di dirà: già tanti tanti anni fa, estate 1987, io e alcuni miei amici facevamo a gara a chi, a sentire pronunciare la parola caldo, avrebbe formulato per prima il fatidico leitmotif: non è il caldo, ma l'umido!, con occorrenze significative che prevedevano l'inserimento dell'avverbio "tanto" tra la copula e il predicato nominale e la sostituzione della parola "umido" con "afa".
Il punto è che a Genova, in questi giorni, le più codificate, viete e trite formule di saluto sono state sostituite dalla frase in titolo, con a seguire riferimenti al numero di docce giornaliere e via dettagliando a seconda del grado di intimità/umidità.
Niente di nuovo, di dirà: già tanti tanti anni fa, estate 1987, io e alcuni miei amici facevamo a gara a chi, a sentire pronunciare la parola caldo, avrebbe formulato per prima il fatidico leitmotif: non è il caldo, ma l'umido!, con occorrenze significative che prevedevano l'inserimento dell'avverbio "tanto" tra la copula e il predicato nominale e la sostituzione della parola "umido" con "afa".
Tale stato meteorologico, che prevede umidità superiore al 70%, minime notturne sopra i 22° e cielo costantemente bianco/grigio/talvolta tendente al nero, quasi assenza di ventilazione si installa piuttosto frequentemente da queste parti, al punto che esista una parola genovese che lo definisce in modo precisissimo: macaia.
In Sardegna, fenomeni analoghi, sarebbero associati ai laghi artificiali, piccoli e grandi, realizzati per risolvere una delle grandi emergenze isolane: la siccità.
Ne parla, insieme ad altre cose, di interesse ben maggiore, Marcello FOIS nella acuta ricognizione di sarditudes costituita dal suo libriccino, pubblicato qualche mese fa, e che io ho letto solo ieri, In Sardegna non c'è il mare.
Consiglio vivamente di leggerlo, insieme all'altrettanto utile Viaggio in Sardegna, di Michela MURGIA, a tutti coloro che, andando in Sardegna, cerchino qualcosa di un po' più profondo, delle indigeste seadas/sebadas, con cui completano i loro finti pasti sardi, nei finti agriturismi sardi, sparpagliati quì e là, per l'isola.
Dati del 05/09/2008
Temp.Max[C] | 29.1 |
Temp.Min[C] | 23.3 |
Umid.med. [%] 90