domenica 13 maggio 2007

NEW WAVE ONE HUNDRED: parte 1 (lettera A)

Il periodo 1978-83 è definibile più di altri attraverso i singoli; ne presenterò, ordine alfabetico per nome artista, un centinaio circa. Una volta tanto non si comincia con ABBA, - anche se The day before you came e The visitors ...

ABC

Poison arrow

1982

ABC

The look of love

1982

Ero sicuro di segnalare Poison arrow, ma una ripassata ai video mi ha convinto che a non tralasciare The look of love. Perfetto punto di convergenza tra l’origine punk e un approdo pop, si potrebbero definire l’incrocio più riuscito tra i Clash (il gruppo preferito di Martin Fry) e gli Earth Wind & Fire. Ironici e ballabilissimi, orchestrazione ridondante, produzione impeccabile di Trevor Horn. Da segnalare il canto appassionato e sopra le righe di Martin Fry, con echi di melodramma in cinemascope nelle interpretazioni dei video; e il ciuffo alla Brian Ferry, di cui si coglie più di una suggestione, volta in chiave ironica, nell’abbigliamento.

Enorme successo, in misura un po’ minore negli Stati Uniti, dove diventeranno più popolari qualche anno dopo.

Adam & the Ants

Antmusic

1980

Adam & the Ants

Stand and deliver

1981

In Inghilterra non si ricordava niente dal genere dai tempi di Marc Bolan: alla fine del 1980 scoppiò la antmania, con le classiche scene di isteria collettiva, ragazzine urlanti, etc. Il contagio non superò l’anno di durata, bastò il passo falso di Prince Charming (album) alla fine del 1981, a rimettere tutto a posto.

Ritmiche tribali, ispirate ai percussionisti del Burundi, con un più di un occhio al glam di Gary Glitter, echi di spaghetti-western e Adam Ant, con un look che era un misto tra un indiano pellerossa e un pirata: piuttosto divertenti. Vendite stratosferiche in Regno Unito: Kings of the wild frontier, album più venduto dell’anno e subito dietro Prince charming, che pur male accolto, vendette soprattutto sulla fiducia. Stand and deliver e Prince charming, nove settimane al primo posto in due, finirono secondo e terzo nella lista dei singoli più venduti, preceduti da Tainted love dei Soft Cell.

Associates, the

Party fears two

1982

Ve lo dico subito: adoravo e adoro Billy Mackenzie, ovunque si trovi adesso che non è più sulla terra, il cantante che, con Alan Rankine, stava alla base del progetto Associates. La voce incredibilmente estesa (non sono esperto, ma credo che arrivi al registro di soprano, senza falsetto) di Mackenzie, con richiami di Scott Walker e di Russel Mael degli Sparks, contrappuntava gli stupefacenti scenari sonori creati da Alan Rankine, il cui repertorio includeva chitarre distorte e sequenze ritmiche talvolta sfocianti in un vero e proprio caos sonoro. E’ stato detto che la musica degli Associates, grazie al contrasto tra l’approccio melodrammatico del canto di Mackenzie e le sonorità di Rankine, sembrava la colonna sonora di un viaggio in paesi sconosciuti.

Party fears two, con l’irresistibile riff di piano, inaugura la fase di maggior successo del gruppo, coincidente con il passaggio alla major Warner e la pubblicazione di uno degli album imperdibili del periodo, Sulk.

Billy Mackenzie si è suicidato nel 1998.

A chi ama il gossip, sembra che il William di William, it was really nothing degli Smiths, fosse proprio Mackenzie.

Aztec Camera

Oblivious

1983

Roddy Frame, a.k.a. Aztec Camera, è un classico esempio di “grande tra i minori”: bel primo disco, vendicchia anche, ci si aspetta che migliori e che sfondi, ma non succede: il secondo è inutile, il terzo vende tanto, ma facendo altre cose, poi poco altro.

Sta proprio ai margini temporali e anche tematici del periodo che si sta considerando, ma mi serve proprio perché rappresenta una delle più caratteristiche uscite dal suono elettronico dominante: all’Uomo Malinconico alienato e cibernetico viene prospettato il paesaggio delle brughiere irlandesi e scozzesi, cieli azzurri e nuvolosi, ma sempre malinconici, come il mare e le spiagge deserte in giornate di pioggia. Sta insieme a China Crisis, Lotus Eaters, Fiction Factory.

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